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Aggiornamento 18-mag-2021       

 

 

 

 

 

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La rigenerazione urbana - pagina a cura di Giovanni Cafiero

Presentazione guida alla rigenerazione urbana

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Il concetto di rigenerazione urbana

di Giovanni Cafiero, 2021

 

Il termine rigenerazione urbana presuppone e comporta un operazione di riqualificazione e rivitalizzazione della città esistente, che trova, per questo, un elevata convergenza culturale con i paradigmi delle città mediterranee, fortemente caratterizzate da processi di stratificazione piuttosto che da processi di sostituzione del tessuto edilizio e sociale. I principali assi strategici  comprendono: la riduzione delle esigenze di trasporto e la promozione di una mobilità ambientalmente più sostenibile alla scala urbana, metropolitana e interurbana; il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici esistenti; il miglioramento del metabolismo urbano, ivi compresa la gestione dell’intero ciclo urbano delle acque e dei rifiuti; la diffusione dell’utilizzo di energie rinnovabili; il riuso dei terreni già artificializzati come strategia per combattere il consumo di suolo e combattere la dispersione insediativa (sprawl); la protezione della natura, del paesaggio e il rafforzamento della rete urbana e periurbana di aree verdi e agricole e il regreening di aree urbane.

 

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Transizione ecologica e paesaggio

Rigenerazione dei borghi tra patrimonio culturale ed economia circolare

 Il piano attuativo di Campi Alto di Norcia

 di Giovanni Cafiero, 2021

Il Piano Particolareggiato per La Frazione di Campi Alto in Comune di Norcia ha a oggetto la disciplina urbanistico-edilizia degli edifici e spazi aperti all’interno dell’area identificata dal Commissario di Governo e dall’Ufficio Speciale Ricostruzione della Regione Umbria e la definizione delle strategie per la rigenerazione sociale ed economica del Borgo dopo il terremoto del 2016. Dopo il sisma, il Borgo, che si estende per una superficie di circa 41.000 mq, a causa della vastità dei crolli è stato classificato zona rossa, cioè area interdetta all’accesso. Su una volumetria complessiva di circa 63.000 mc, di cui circa 12.000 mc destinati a edifici speciali - le splendide chiese e il palazzetto storico che ospita il Rifugio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini - sono crollati interamente circa 13.500 mc, pari circa al 21% dell’abitato, di cui circa 3.000 mc relativi a edifici speciali, gli edifici simbolo della storia e della comunità del Borgo.


 

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Sviluppo economico e beni comuni nelle aree urbane e metropolitane

 di Giovanni Cafiero, 2018

 

Le grandi aree urbane e metropolitane sono i luoghi dove i problemi di sostenibilità ambientale e inclusione sociale si manifestano in modo più rapido, acuto, ampio.

Allo stesso tempo, tali aree sono, o dovrebbero essere, luoghi dove l’intensità degli scambi, degli incontri, della concentrazione di competenze conducono alla ideazione e sperimentazione di innovazioni culturali, sociali, scientifiche e tecnologiche che a questi stessi problemi debbono dare una soluzione.

La centralità del tema urbano e la necessità di un maggiore protagonismo delle città nella soluzione dei problemi sono alla base di iniziative come L'agenda urbana dell'UE, avviata per coinvolgere le città nella concezione delle politiche dell'UE.

Tenendo conto delle priorità per la Strategia Europea 2020 per una crescita smart, sostenibile e inclusiva l’elenco dei temi di base comprende: Inclusione di migranti e rifugiati, qualità dell’aria, povertà urbana, politiche per la casa, economia circolare, lavoro e competenze nell’economia locale, adattamenti climatici e infrastrutture verdi, transizione energetica, uso sostenibile del suolo e soluzioni basate sulla natura e gli ecosistemi, mobilità urbana, transizione digitale

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Applicare il progetto urbano

 Le vele di Napoli e Tor Bella Monaca a Roma

di Alberto Clementi, 2018

 

A Scampia fa un po’ sorridere l’ipotesi della rigenerazione per “riammagliatura morfologica dell’esistente” perorata autorevolmente da Renzo Piano, e fatta propria immediatamente da una classe politica singolarmente ignorante delle questioni urbane, dal governo Monti in giù. No, le soluzioni in discussione sono assai più complesse e radicali. Mettono in gioco in primo luogo i precari processi sociali di una comunità lacerata e finora abbandonata dalle istituzioni, come vera chiave di volta delle nuove politiche pubbliche di risanamento dell’esistente, non foss’altro che per riparare ai torti di un’architettura del passato sorda ai valori della socialità perché troppo immersa nei propri esperimenti d’innovazione tipologica “collettivistica” alla grande scala ...

E’ proprio l’inconsistenza del Progetto urbano che allarma chi sostiene la necessità di un progetto strategico di valenza urbana per ripensare l’avvenire del quartiere Scampia; e che ben sapendo quanto sia imprevedibile e aleatorio il futuro, sia disposto a concepire il progetto come strategia flessibile ed evolutiva, da aggiustare strada facendo, ma avendo almeno prefigurato un traguardo condivisibile nella fase di avvio. Non quindi un disegno di forme compiute, ma piuttosto un processo di trasformazione “capacitante”, perché aperto alla partecipazione attiva della popolazione locale, chiamata a controbilanciare dialetticamente il peso di altri interessi che potrebbero agire su un’area restituita parzialmente al mercato. Un processo dentro il quale siano fissate preventivamente alcune chiodature fisico-funzionali nel segno della qualità architettonica e sociale, lasciando comunque il campo necessario alla evoluzione delle dinamiche autopoietiche portate dalla cittadinanza e al tempo stesso al coinvolgimento di attori sovra-locali interessati a portare occasioni concrete di sviluppo locale sostenibile

 

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Ripartire dalle periferie

di Giuliano Acquaviva, 2018

Abito in una città, Bari, che ha visto, negli ultimi decenni, una grande corsa alla messa a nuovo, manutenzione, opere ordinarie e straordinarie di intervento nel suo “salotto buono”, il Borgo Murattiano (il “centro della città) e la Città vecchia. Quest’ultima, in particolare, se tanti anni fa veniva un po’ considerata una specie di ghetto, una zona off limits in cui turisti ed ignari cittadini evitavano, o erano diffidati dall’addentrarsi, pena il rischio di cadere vittime di furti, scippi e rapine

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